Monday, January 22, 2007

TIM WINTON
Dirt music
Fazi, pp. 416, € 16,50
Traduzione di Maurizio Bartocci

Si trovano magnifiche cose nei romanzi di Tim Winton. C’è un’Australia iperrealista e allucinata che sembra scottare sulla pagina, ardente e viva quanto i personaggi. Winton, scrittore che ha scelto di vivere in una delle zone più isolate della sua terra, all’asetticità della vita moderna non si rassegna, e manda i propri personaggi a cercare un senso del sacro e del bello al di là di qualsiasi apparenza e valore sociale. I suoi sono eroi ruvidi, segnati da eventi terribili, che solo temporaneamente accettano di lasciarsi anestetizzare. Tra Georgie, infermiera in crisi vocazionale, il marito Jim, venerato da un intero paese di pescatori, e il taciturno e misterioso Luther Fox si instaura un triangolo dalle insolite dinamiche, e segreti e legami antichi non mancheranno di venire alla luce.
La narrazione di Winton prende pieghe inaspettate, affronta temi esistenziali ma senza farlo pesare. E’ un viaggio agli estremi del mondo e di se stessi, in cui la redenzione e la rinascita passano anche attraverso la consumazione di sé sotto il sole, nell’acqua e nel vento, riducendosi a pura essenza. Filo conduttore attraverso l’intero romanzo è la musica, linguaggio primordiale ed espressione dell’ineffabile che Lu Fox riscoprirà mentre va incontro al proprio destino. E’ questa la dirt music del titolo, la melodia che risale attraverso le brutture e il fango.
Il romanzo potrebbe essere visto come una storia d’amore senza alcun interesse per il romanticismo convenzionale. Winton è bravissimo a mettere a nudo sentimenti e passioni nella loro crudezza. Maestro di uno stile che riesce a essere naturale ed essenziale e al contempo ricercato, un po’ come i suoi fascinosi personaggi, impressionanti per profondità e complessità. Onore a Fazi e alla sua collana “Le Strade”, sempre più ricca di ottimi nomi della narrativa di lingua inglese e non.

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