Monday, January 22, 2007

LISA DIERBECK
Una piccola pastiglia gialla
Garzanti, pp. 312, €14,00
Traduzione di Barbara Bagliano

Ad Alice non piacciono i Pink Floyd e i Led Zeppelin, li trova contorti e cupi. Preferisce la musica melodica di Simon e Garfunkel, limpida come vorrebbe che fosse il suo mondo di undicenne negli anni Settanta. La realtà però non è sotto il suo controllo ed è più simile ai Pink Floyd che a Simon e Garfunkel: la sua famiglia è allo sfascio, la sorellastra e i suoi amici adolescenti inseguono sogni artificiali, mentre il suo stesso corpo sbocciato troppo in fretta la tradisce, conferendole l’aspetto della splendida giovane adulta che non è. Alice conosce presto la solitudine e il senso di smarrimento in un mondo che non le offre appigli, in cui chi le tende una mano lo fa per concupiscenza. Sarà il microcosmo decadente e affascinante di una scuola estiva a donarle un sogno – plasmare la propria personalità attraverso l’arte – e a farle perdere per sempre l’innocenza di bambina.
E’ un bell’esordio quello di Lisa Dierbeck, che del periodo peace&love è stata protagonista davvero e lo racconta senza filtri nostalgici: al posto dell’amore universale non troviamo che infantilità, individualismo, vanità. Ciò che è invece universale è l’esperienza vissuta da Alice, precipitata in un mondo di cui non capisce le regole – il riferimento a Carroll è un po’ facile ma non disturba – e destinata a sperimentare la crudeltà del desiderio e dell’ambizione. Crescerà scoprendo la sorprendente verità che nella vita gli opposti convivono seppure inconciliabili, proprio come lei riesce a essere piccola e allo stesso tempo grande.
La scrittura della Dierbeck è limpida, fresca e cattura brillantemente gli stati d’animo della sua eroina, un’ingenua dotata però di uno sguardo penetrante sul mondo che la circonda. Una lettura appassionante. Accompagnamento perfetto, la visione di Together di Lukas Moodysson.

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