Monday, January 22, 2007

Kazuo Ishiguro
Non lasciarmi
Einaudi, pp. 291
€ 17,50

Kathy, Tommy e Ruth: memorie di un’infanzia passata insieme. Un collegio esclusivo, prati verdi, bullismo e amicizia, tradizioni e autorità, sogni e speranze. Sembrerebbe un racconto di formazione di stampo inglese come altri, ma è qualcosa di nettamente diverso: quasi una storia di corpi alieni trapiantati nella società. Kazuo Ishiguro non è nuovo a storie crudeli e struggenti, come il suo celebre Quel che resta del giorno, ma in questo magnifico romanzo trova un modo originale di raccontare la ricerca di una identità e di un futuro, e al contempo l’impossibilità della speranza. Il suo tono è segnato dal peggior tipo di nostalgia possibile: quella che si prova per ciò che non si è mai avuto.
Ishiguro si insinua nel solco della tradizione intimista inglese, con un passo deliberatamente cauto, in apparenza lieve. Assume il punto di vista di chi è dentro le mura di una speciale prigione dorata e molto gradualmente fornisce gli indizi per costruire il quadro complessivo: questa è la sua crudeltà di autore, che non lascia scampo né ai suoi personaggi, né al lettore che segue le loro vicende e ne rimane avvinto. Non lasciarmi (un titolo perfettamente vago e neutro che non indica la collocazione del libro in un genere) racconta vite che sono in realtà soltanto una collezione di attimi concessi pietosamente da dèi imperfetti.
E’ la storia di un destino impietoso e da cui non ci si può ribellare. Ma perché? Se conoscere la verità equivale a poter scegliere, perché i protagonisti sembrano rinunciare a questa libertà? Questo, al di là del percorso di indizi e false piste, è il vero mistero del romanzo, di questi personaggi così dolorosamente simili a noi e nello stesso tempo non veramente conoscibili. Torna alla memoria Mr Stevens, il maggiordomo del più celebre libro di Ishiguro sopra menzionato, con la sua dedizione apparentemente cieca...

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