Thursday, June 14, 2012


Annalena McAfee
L’esclusiva
Traduzione di Marta Matteini
Einaudi
Pagine 390, € 21

Londra, 1997: il momento in cui Internet sta per emergere cambiando il mondo dell’informazione (e appena prima della morte di Lady D). Honor Tait è un’ottuagenaria gloria del giornalismo vecchia maniera, testimone in prima persona di eventi come la liberazione a Buchenwald o il Vietnam. In occasione dell’uscita di una raccolta di suoi scritti, viene contattata per un’intervista da Tamara Sim, giovane collega avvezza più ai trafiletti sulla cellulite delle star che alla cronaca sul campo, che alla cultura sopperisce con la tenacia e l’ambizione e che aspira al giornalismo serio pur non avendone le capacità. Nell’appartamento-reliquario della Tait ha luogo tra le due diversissime donne un incontro al limite dell’assurdo. Ma Tamara non demorde e continua a rincorrere la sua “vittima”, la quale ha alle spalle tre matrimoni e presunte relazioni con grandi dello spettacolo, alla ricerca di uno scoop che dia colore e peso mediatico all’intervista. Per una fortuita serie di eventi lo troverà, con conseguenze disastrose.
Annalena McAfee mette a frutto la sua esperienza pluridecennale nelle redazioni dei quotidiani ricreando, con notevole verve e sporadici cedimenti alla farsa, un ambiente che ai profani appare perverso. La sua satira non risparmia né la vapida Tamara, tipica adepta del culto della celebrità, né la riservata Honor, che pur disprezzando ormai la fama ne è lei stessa un prodotto. Naturalmente, il massimo godimento l’autrice lo trae dal descrivere il mondo di Tamara, cinico, ridicolo e pieno di sé. Dal divertente si passa tuttavia all’inquietante quando constatiamo la preponderanza di scribacchini come la giovane protagonista, i quali scambiano la fiction per il giornalismo creando un universo parallelo alla realtà, che però è verosimile e credibile, perché... “se viene raccontato, allora qualcosa di vero ci deve essere”. A differenza di Honor, in persone come Tamara è totalmente assente il dubbio, perché è assente in primo luogo l’onestà intellettuale.
(Un appello all’Einaudi: più cura editoriale e meno refusi grossolani, prego.)