Monday, January 22, 2007

ANGELES MASTRETTA
Il cielo dei leoni
Giunti, pp. 192, €10
(traduzione di Rosa Rita D’Acquarica)

Non manca certo la passione in queste pagine di Angeles Mastretta, giornalista e scrittrice messicana forgiata dal femminismo. L’autrice di romanzi come Strappami la vita e Donne dagli occhi grandi si sofferma qui sui ricordi dei suoi cinquant’anni di vita, tratteggiando per ogni breve capitolo un quadro a tinte accese. Personaggi forti della sua famiglia passata e presente, la contemplazione della natura, le passioni amorose e quelle letterarie, le battaglie e l’idealismo sono gli elementi del rapporto seduttivo che la Mastretta intesse con il mondo. Non la spaventa parlare di emozioni, che mette su carta con orgogliosi toni declamatori. L’idea che scaturisce è quella di una tipica solarità latino-americana, intrisa di un calore che accende la passione per la vita e rende meno tetri gli ostacoli (l’autrice accenna anche al rapporto con la malattia che l’accompagna da sempre, l’epilessia).
La semplicità della scrittura, che di sicuro avvince il lettore, è però bilanciata da una monotonia di stile e contenuto che tende a sminuire lo sforzo sincero della scrittrice: come quando fa l’elenco dei piccoli piaceri che arricchiscono le sue giornate, mettendoli così tutti sullo stesso piano e banalizzandoli. E filosofeggiare non è evidentemente il suo mezzo espressivo: c’è una linea sottile che divide l’osservazione personale e acuta dal già sentito. Le riflessioni della Mastretta sulla vera ricchezza, che non deriva da quanto si possiede, e sulla differenza tra l’allegria e la felicità sono scritte con una certa grazia e belle immagini ma difficilmente risulteranno illuminanti.
Dai capitoli meno autobiografici apprendiamo nondimeno cose interessanti: sullo stato della legislazione sull’aborto in Messico o sul culto nazionale per il poeta Jaime Sabines (pur sempre filtrato dalle esperienze dell’autrice). Fa inoltre piacere trovare un appassionato capitolo dedicato a Edith Wharton: ma che delusione, scoprire che la Mastretta si è dimenticata del nome di Lily Bart e attribuisce a La casa della gioia la protagonista di un altro romanzo dell’autrice americana..

1 comment:

Anonymous said...

quello che stavo cercando, grazie