Wednesday, January 12, 2011

Rebecca Connell
L’arte di dirsi addio
Traduzione di Silvia Bre
Einaudi
Pagine 262, € 17,50

Louise è inglese e ha ventitre anni. Sua madre Lydia è morta quando lei era piccola, in un tragico incidente la cui causa indiretta è stata un uomo con cui Lydia aveva una relazione, Nicholas, amico di suo padre. La ragazza, assunta una falsa identità, decide di indagare su questi lontani eventi scoprendo verità inattese sul rapporto tra due coppie e sul proprio passato.
Giocato tra diversi punti di vista (Louise/Nicholas) e prospettive temporali (il passato in cui si svolse la relazione/il presente dell’indagine), The Art of Losing è un romanzo di grande presa. La trentenne Rebecca Connell, al suo esordio narrativo (seguito da Told in Silence), costruisce una vicenda esemplare di tradimento che tocca temi eterni: la passione e l’ossessione, la natura dei legami umani – con la forza della loro apparente casualità – le motivazioni che stanno dietro a un matrimonio, la dimensione maschile e femminile. L’autrice esplora le complesse dinamiche tra i quattro attori: il virile, deciso Nicholas e la materna Naomi, l’enigmatica, manipolatrice Lydia e il trepido Martin, scoprendo a poco a poco le loro vere nature. Anche per Louise e Adam, figlio della prima coppia, c’è un incontro fatale dietro l’angolo.
Se alla Connell si può muovere una critica, oltre a qualche improbabilità narrativa che tuttavia non disturba, è che la sua opera prima sembra addirittura troppo perfetta: un meccanismo thriller ben oliato che corre verso un finale abbastanza intuibile, e insieme un dramma psicologico venato di tristezza che, tuttavia, non va sotto la superficie, non si sporca mai davvero le mani. Ci si aspetta costantemente un climax, un divampare di emozione che strazi gli animi, una catarsi, trovandosi invece una scena finale più d’effetto che pregnante. Not with a bang, but a whimper.
(Einaudi, perché tanti grossolani refusi nelle ultime pubblicazioni?)