RIVELAZIONI
SARA GRAN: Il richiamo del trascendente
Una giovane donna con una carriera promettente, un marito ideale e la casa dei sogni: cosa potrebbe rovinare questo scenario invidiabile? Solo una possessione demoniaca. è quanto succede ad Amanda, protagonista del bel romanzo di Sara Gran La voce dentro, pubblicato lo scorso settembre da Longanesi. Un romanzo veloce e affascinante, che ha conquistato Bret Easton Ellis e che "M-Rivista del Mistero" ha recensito sullo scorso numero [n.2, 2006]. Abbiamo recentemente contattato l'autrice, una bibliofila appassionata di occulto, per discutere del suo libro – non tramite una tavoletta ouija, ma in una più prosaica chat-room. Sara Gran gestisce un interessante blog all'indirizzo http://saragran.blogspot.com.
Grazie per essere venuta e congratulazioni per il romanzo.
Grazie. Ho visto di recente l'edizione italiana e penso che l'editore abbia fatto uno splendido lavoro – gran bel volume. Credo che sia in lavorazione anche il mio libro successivo, Dope, ma non so per quando sarà pronto.
La voce dentro è uscito in quattordici paesi, il che è fantastico, ma ne ho perso del tutto traccia, non so più chi l'ha pubblicato e dove!
Un grande risultato per un libro avvincente, e terrificante per quanto è credibile. Vorrei porti una domanda banale. C'è spazio, nella storia di Amanda, per l'ambiguità, o dobbiamo dare come fatto assodato che la donna è posseduta?
Io penso che il lettore abbia sempre ragione. Quindi, sì, c'è spazio per l'ambiguità. Dopotutto, un giorno io non ci sarò più ma il libro esisterà ancora e vivrà di vita propria. Detto questo, a me sembra ovvio che Amanda sia veramente posseduta, sebbene molti dei miei lettori non siano d'accordo! No, non era una domanda banale.
Anche secondo me si tratta di un vero caso di possessione. Mi sono chiesta se mi fossi persa qualche segno che riveli che Amanda è semplicemente pazza... Di sicuro lei stessa preferirebbe sentirsi fare una diagnosi del genere, ma la realtà si rivela persino peggiore.
L'idea che avevo in mente durante la stesura del romanzo era di lasciare persistere l'ambiguità, finché sarebbero apparsi dei segni inequivocabili, almeno per me, che Amanda è davvero posseduta. Per esempio, quando capisce ciò che la gente dice in lingue a lei sconosciute: per quello non esiste spiegazione razionale. Ma suppongo che alcuni lettori abbiano pensato che fosse tutto nella sua testa.
Un pensiero più tollerabile.
Sì. Penso che alcuni si sentano a disagio all'idea che la possessione possa essere reale.
Ma fin dalla prima pagina Amanda sembra seguire un percorso già ben definito. I segni della possessione diventano sempre più evidenti, come evidenziano i risultati del test che la protagonista ripete più volte. Da dove ti viene questo interesse per l'esoterismo?
Non so da dove mi venga questo interesse per l'esoterico, ma l'ho sempre avuto. Quando ero bambina amavo leggere strani libri su fantasmi, ufo, cose così.
Credi in una sorta di pensiero magico che ci aiuti a capire il mondo?
Seriamente? Io credo a tutto. E non credo a niente. Davvero. Una volta che ti convinci di conoscere la verità su queste cose, allora puoi essere sicuro di sbagliarti.
Quindi il punto non è ottenere risposte, ma continuare a farsi domande e coltivare il dubbio?
Sì, è un buon modo di vedere la questione. Dubita di tutto. Penso che sia vero in tutti i campi, non solo in ambito esoterico.
Sei una fan di Rosemary's Baby?
Il film di Polanski è uno dei miei preferiti e ha influenzato molto il mio libro, non solo nella trama, ma in particolar modo sull'andamento della narrazione. Volevo che si svelasse tutto a poco, a poco come in Rosemary's Baby.
Entrambe le storie sono spietate. Quali altri romanzi o film hanno influenzato il tuo lavoro?
E' sempre difficile rispondere a questa domanda, ma per La voce dentro posso dire con certezza di essere stata ispirata maggiormente da Shirley Jackson, in particolare da We Have Always Lived in the Castle e da The Bird's Nest. è conosciuta in Europa? Negli Stati Uniti il racconto The Lottery è una lettura obbligatoria nelle scuole.
Io ho amato molto The Haunting of Hill House [pubblicato in Italia da Adelphi con il titolo L’incubo di Hill House], un vero classico del terrore, che riesce a far vivere al lettore la paura che provano i personaggi ancora prima che avvenga qualcosa. Qua la Jackson non è nota come meriterebbe, temo.
Mi chiedevo se La voce dentro voglia essere una riflessione sul conflitto tra il femminile e il maschile. Amanda sembra essere ostile alle autorità maschili. Il suo capo è la prima vittima, anche se solo verbalmente. Poi viene il marito. E l'edicolante sgarbato...
Non ci ho pensato mentre lo scrivevo. Anche se, certamente, volevo che si accendesse un conflitto tra un particolare personaggio di sesso femminile e le figure autoritarie della sua vita, la maggioranza delle quali sono uomini. E' una differenza sottile ma importante.
Non dobbiamo quindi vedere Amanda come simbolo di qualche oscuro potere femminile? Il demone Naama lo è.
Spero di no! Sono rimasta divertita, ma anche sconcertata, da alcuni critici, i quali hanno visto il romanzo come una parabola femminista. Non penso che il senso del femminismo stia nell'uccidere uomini... E non prenderei Amanda come modello esemplare. Direi che possiamo fare meglio di così!
Naama è quello che è, un demone-donna, con caratteristiche peculiarmente femminili, certo, ma non credo sia un simbolo delle donne. Sfortunatamente, ai nostri tempi è difficile parlare di un individuo, o un gruppo di individui, senza che la gente pensi che si sta parlando in generale.
Sembra che il demone costringa Amanda a vedere la realtà con più chiarezza.
In un certo modo è proprio quello che fa, perciò è così allettante per Amanda. Ma Naama, in realtà, le sta mostrando solo una sottile porzione della realtà – una sottile porzione diversa da quella che Amanda vedeva precedentemente, se capisci quel che voglio dire.
Riguardo al marito di Amanda, sembra l'uomo perfetto ma poi si rivela pieno di difetti.
Amanda cerca di vedere solo il suo lato migliore. Ma Naama vuole che lei veda solo quello peggiore. Nessuno dei due è il vero. In fondo, non siamo tutti (e i nostri mariti) pieni di difetti?
Forse il vero demone è l'ego? Amanda viene sedotta dalla possibilità di non preoccuparsi più di nessuno e di niente.
Sì. Penso che quando reprimiamo parti della nostra personalità, queste vengono fuori prima o poi sotto forme non gradevoli. Amanda cerca in tutti i modi di essere "buona", trascurando completamente le parti "non buone" della sua personalità, che divengono facile preda delle manipolazioni del demone.
C'è qualche segnale che forse Amanda ha represso il suo lato più selvaggio, quello della sua vita prima del matrimonio.
Sì, decisamente, ed è parte del suo problema.
Un'ultima domanda sul resto dei tuoi lavori. Dope è un giallo. Cosa possiamo sapere del romanzo che stai scrivendo adesso?
Non mi piace parlare dei lavori che ho in cantiere finché non ho ancora trovato un modo azzeccato per descriverlo. Ma posso dire che è quasi finito e lo mostrerò presto al mio agente!
SARA GRAN: Il richiamo del trascendente
Una giovane donna con una carriera promettente, un marito ideale e la casa dei sogni: cosa potrebbe rovinare questo scenario invidiabile? Solo una possessione demoniaca. è quanto succede ad Amanda, protagonista del bel romanzo di Sara Gran La voce dentro, pubblicato lo scorso settembre da Longanesi. Un romanzo veloce e affascinante, che ha conquistato Bret Easton Ellis e che "M-Rivista del Mistero" ha recensito sullo scorso numero [n.2, 2006]. Abbiamo recentemente contattato l'autrice, una bibliofila appassionata di occulto, per discutere del suo libro – non tramite una tavoletta ouija, ma in una più prosaica chat-room. Sara Gran gestisce un interessante blog all'indirizzo http://saragran.blogspot.com.
Grazie per essere venuta e congratulazioni per il romanzo.
Grazie. Ho visto di recente l'edizione italiana e penso che l'editore abbia fatto uno splendido lavoro – gran bel volume. Credo che sia in lavorazione anche il mio libro successivo, Dope, ma non so per quando sarà pronto.
La voce dentro è uscito in quattordici paesi, il che è fantastico, ma ne ho perso del tutto traccia, non so più chi l'ha pubblicato e dove!
Un grande risultato per un libro avvincente, e terrificante per quanto è credibile. Vorrei porti una domanda banale. C'è spazio, nella storia di Amanda, per l'ambiguità, o dobbiamo dare come fatto assodato che la donna è posseduta?
Io penso che il lettore abbia sempre ragione. Quindi, sì, c'è spazio per l'ambiguità. Dopotutto, un giorno io non ci sarò più ma il libro esisterà ancora e vivrà di vita propria. Detto questo, a me sembra ovvio che Amanda sia veramente posseduta, sebbene molti dei miei lettori non siano d'accordo! No, non era una domanda banale.
Anche secondo me si tratta di un vero caso di possessione. Mi sono chiesta se mi fossi persa qualche segno che riveli che Amanda è semplicemente pazza... Di sicuro lei stessa preferirebbe sentirsi fare una diagnosi del genere, ma la realtà si rivela persino peggiore.
L'idea che avevo in mente durante la stesura del romanzo era di lasciare persistere l'ambiguità, finché sarebbero apparsi dei segni inequivocabili, almeno per me, che Amanda è davvero posseduta. Per esempio, quando capisce ciò che la gente dice in lingue a lei sconosciute: per quello non esiste spiegazione razionale. Ma suppongo che alcuni lettori abbiano pensato che fosse tutto nella sua testa.
Un pensiero più tollerabile.
Sì. Penso che alcuni si sentano a disagio all'idea che la possessione possa essere reale.
Ma fin dalla prima pagina Amanda sembra seguire un percorso già ben definito. I segni della possessione diventano sempre più evidenti, come evidenziano i risultati del test che la protagonista ripete più volte. Da dove ti viene questo interesse per l'esoterismo?
Non so da dove mi venga questo interesse per l'esoterico, ma l'ho sempre avuto. Quando ero bambina amavo leggere strani libri su fantasmi, ufo, cose così.
Credi in una sorta di pensiero magico che ci aiuti a capire il mondo?
Seriamente? Io credo a tutto. E non credo a niente. Davvero. Una volta che ti convinci di conoscere la verità su queste cose, allora puoi essere sicuro di sbagliarti.
Quindi il punto non è ottenere risposte, ma continuare a farsi domande e coltivare il dubbio?
Sì, è un buon modo di vedere la questione. Dubita di tutto. Penso che sia vero in tutti i campi, non solo in ambito esoterico.
Sei una fan di Rosemary's Baby?
Il film di Polanski è uno dei miei preferiti e ha influenzato molto il mio libro, non solo nella trama, ma in particolar modo sull'andamento della narrazione. Volevo che si svelasse tutto a poco, a poco come in Rosemary's Baby.
Entrambe le storie sono spietate. Quali altri romanzi o film hanno influenzato il tuo lavoro?
E' sempre difficile rispondere a questa domanda, ma per La voce dentro posso dire con certezza di essere stata ispirata maggiormente da Shirley Jackson, in particolare da We Have Always Lived in the Castle e da The Bird's Nest. è conosciuta in Europa? Negli Stati Uniti il racconto The Lottery è una lettura obbligatoria nelle scuole.
Io ho amato molto The Haunting of Hill House [pubblicato in Italia da Adelphi con il titolo L’incubo di Hill House], un vero classico del terrore, che riesce a far vivere al lettore la paura che provano i personaggi ancora prima che avvenga qualcosa. Qua la Jackson non è nota come meriterebbe, temo.
Mi chiedevo se La voce dentro voglia essere una riflessione sul conflitto tra il femminile e il maschile. Amanda sembra essere ostile alle autorità maschili. Il suo capo è la prima vittima, anche se solo verbalmente. Poi viene il marito. E l'edicolante sgarbato...
Non ci ho pensato mentre lo scrivevo. Anche se, certamente, volevo che si accendesse un conflitto tra un particolare personaggio di sesso femminile e le figure autoritarie della sua vita, la maggioranza delle quali sono uomini. E' una differenza sottile ma importante.
Non dobbiamo quindi vedere Amanda come simbolo di qualche oscuro potere femminile? Il demone Naama lo è.
Spero di no! Sono rimasta divertita, ma anche sconcertata, da alcuni critici, i quali hanno visto il romanzo come una parabola femminista. Non penso che il senso del femminismo stia nell'uccidere uomini... E non prenderei Amanda come modello esemplare. Direi che possiamo fare meglio di così!
Naama è quello che è, un demone-donna, con caratteristiche peculiarmente femminili, certo, ma non credo sia un simbolo delle donne. Sfortunatamente, ai nostri tempi è difficile parlare di un individuo, o un gruppo di individui, senza che la gente pensi che si sta parlando in generale.
Sembra che il demone costringa Amanda a vedere la realtà con più chiarezza.
In un certo modo è proprio quello che fa, perciò è così allettante per Amanda. Ma Naama, in realtà, le sta mostrando solo una sottile porzione della realtà – una sottile porzione diversa da quella che Amanda vedeva precedentemente, se capisci quel che voglio dire.
Riguardo al marito di Amanda, sembra l'uomo perfetto ma poi si rivela pieno di difetti.
Amanda cerca di vedere solo il suo lato migliore. Ma Naama vuole che lei veda solo quello peggiore. Nessuno dei due è il vero. In fondo, non siamo tutti (e i nostri mariti) pieni di difetti?
Forse il vero demone è l'ego? Amanda viene sedotta dalla possibilità di non preoccuparsi più di nessuno e di niente.
Sì. Penso che quando reprimiamo parti della nostra personalità, queste vengono fuori prima o poi sotto forme non gradevoli. Amanda cerca in tutti i modi di essere "buona", trascurando completamente le parti "non buone" della sua personalità, che divengono facile preda delle manipolazioni del demone.
C'è qualche segnale che forse Amanda ha represso il suo lato più selvaggio, quello della sua vita prima del matrimonio.
Sì, decisamente, ed è parte del suo problema.
Un'ultima domanda sul resto dei tuoi lavori. Dope è un giallo. Cosa possiamo sapere del romanzo che stai scrivendo adesso?
Non mi piace parlare dei lavori che ho in cantiere finché non ho ancora trovato un modo azzeccato per descriverlo. Ma posso dire che è quasi finito e lo mostrerò presto al mio agente!