Octavia E. Butler
La parabola del seminatore
EURO 16,00, 344 p.
Fanucci
Ambientato nel futuro prossimo in una California segnata dal degrado di uomini e strutture, La parabola del seminatore è il diario della giovane Lauren, figlia di un predicatore che vive in una enclave protetta dagli assalti di poveri disperati e di drogati piromani. Dotata di una sindrome di iper-empatia che la porta a condividere il dolore altrui, la ragazza studia il modo per andarsene dal suo microcosmo precariamente protetto e dalle riflessioni che ha raccolto in anni trae gli spunti per fondare una nuova religione, detta Il Seme della Terra.
Si tratta di un romanzo di fantascienza anomalo, che parla di scenari amaramente plausibili, in cui un eccesso di protezione rappresenta l'unico modo di sopravvivere e, al contempo, la negazione dell'umanità e della libertà individuale. L'essere umano, spogliato delle sovrastrutture solite, si mostra senza maschera: al suo peggio, isolato dai suoi simili e capace di bestialità, o al suo meglio, potenzialmente invincibile quando è portato a riscoprire la solidarietà e l ingegno.
Lontano dalle vaghezze New Age, il Seme della Terra è più una filosofia che una religione, poiché non contempla dèi o entità soprannaturali più grandi di noi: "Dio" è l'idea del cambiamento e del plasmare la propria realtà giorno per giorno. Per Lauren non c'è distinzione tra questioni pratiche ed elevazione spirituale, con un pragmatismo molto americano (e in odore di zen). Dalle ceneri di una società che va letteralmente in fumo (è forte nel romanzo la imagery legata agli elementi, come al paesaggio) potrà sorgerne una nuova e più solida. Crolla anche la struttura consumistica, al centro di tutto è di nuovo l'uomo, mentre gli oggetti ritornano a essere meri strumenti con una funzione.
Un romanzo non del tutto originale e a tratti didascalico, ma affascinante e appassionante, da una signora della fantascienza statunitense.
La parabola del seminatore
EURO 16,00, 344 p.
Fanucci
Ambientato nel futuro prossimo in una California segnata dal degrado di uomini e strutture, La parabola del seminatore è il diario della giovane Lauren, figlia di un predicatore che vive in una enclave protetta dagli assalti di poveri disperati e di drogati piromani. Dotata di una sindrome di iper-empatia che la porta a condividere il dolore altrui, la ragazza studia il modo per andarsene dal suo microcosmo precariamente protetto e dalle riflessioni che ha raccolto in anni trae gli spunti per fondare una nuova religione, detta Il Seme della Terra.
Si tratta di un romanzo di fantascienza anomalo, che parla di scenari amaramente plausibili, in cui un eccesso di protezione rappresenta l'unico modo di sopravvivere e, al contempo, la negazione dell'umanità e della libertà individuale. L'essere umano, spogliato delle sovrastrutture solite, si mostra senza maschera: al suo peggio, isolato dai suoi simili e capace di bestialità, o al suo meglio, potenzialmente invincibile quando è portato a riscoprire la solidarietà e l ingegno.
Lontano dalle vaghezze New Age, il Seme della Terra è più una filosofia che una religione, poiché non contempla dèi o entità soprannaturali più grandi di noi: "Dio" è l'idea del cambiamento e del plasmare la propria realtà giorno per giorno. Per Lauren non c'è distinzione tra questioni pratiche ed elevazione spirituale, con un pragmatismo molto americano (e in odore di zen). Dalle ceneri di una società che va letteralmente in fumo (è forte nel romanzo la imagery legata agli elementi, come al paesaggio) potrà sorgerne una nuova e più solida. Crolla anche la struttura consumistica, al centro di tutto è di nuovo l'uomo, mentre gli oggetti ritornano a essere meri strumenti con una funzione.
Un romanzo non del tutto originale e a tratti didascalico, ma affascinante e appassionante, da una signora della fantascienza statunitense.
No comments:
Post a Comment