ALICE MUNRO
Nemico, amico, amante...
Einaudi, pp. 316, €18,00
Traduzione di Susanna Basso
I racconti di Alice Munro, importante narratrice canadese, hanno la concretezza della terra, e come la terra possono essere asciutti, desolati. Un antisentimentalismo che può sembrare distacco emotivo, ma che in realtà è una cifra stilistica mirata. La Munro partecipa, eccome, ai destini dei propri personaggi: di più, non le interessa altro che la verità su di loro, e per raggiungerla non lascia cadere alcun indizio, alcun dettaglio. Il realismo che colpisce a prima vista il lettore non è che il primo approccio a un’indagine psicologica labirintica quasi quanto quella di James (un autore infatti citato in relazione alla scrittrice canadese). Il ricordo è un elemento ricorrente nei racconti della Munro, uno dei quali, non a caso, si intitola “Quello che si ricorda”: è una storia di rimpianti e di bovarismo, un’odissea tutta mentale, come le tante affrontate dall’autrice, ai quali sono cari i micro-spostamenti dell’animo umano. La collocazione geografica nelle terre canadesi, ancora una volta, trae in inganno: non corrisponde a una cronologia altrettanto precisa. No, i racconti di Nemico... hanno un’aura atemporale che li fa apparire come una lunga reminiscenza di vite realmente vissute tanto tempo fa, e, insieme, dal valore universale. Le tematiche sono infatti quelle della vita di coppia, della famiglia, dei legami che sbiadiscono, cambiano, si infrangono, come della malattia e della morte. Esperienze che si riflettono in intense vite interiori, invisibili agli altri, ma così forti da lasciare il segno su una persona per tutta una vita. Epifanie di tutti i giorni, comuni eppure preziosissime, segnate dall’ineluttabile relatività dell’esperienza soggettiva. Le rende ancora più intense la straordinaria originalità narrativa della Munro, che apparentemente conduce il lettore in una direzione per poi rivelarne tutt’altra, mentre la prospettiva della storia si allarga fino ad inquadrare le sfaccettature di una vita intera.
Nemico, amico, amante...
Einaudi, pp. 316, €18,00
Traduzione di Susanna Basso
I racconti di Alice Munro, importante narratrice canadese, hanno la concretezza della terra, e come la terra possono essere asciutti, desolati. Un antisentimentalismo che può sembrare distacco emotivo, ma che in realtà è una cifra stilistica mirata. La Munro partecipa, eccome, ai destini dei propri personaggi: di più, non le interessa altro che la verità su di loro, e per raggiungerla non lascia cadere alcun indizio, alcun dettaglio. Il realismo che colpisce a prima vista il lettore non è che il primo approccio a un’indagine psicologica labirintica quasi quanto quella di James (un autore infatti citato in relazione alla scrittrice canadese). Il ricordo è un elemento ricorrente nei racconti della Munro, uno dei quali, non a caso, si intitola “Quello che si ricorda”: è una storia di rimpianti e di bovarismo, un’odissea tutta mentale, come le tante affrontate dall’autrice, ai quali sono cari i micro-spostamenti dell’animo umano. La collocazione geografica nelle terre canadesi, ancora una volta, trae in inganno: non corrisponde a una cronologia altrettanto precisa. No, i racconti di Nemico... hanno un’aura atemporale che li fa apparire come una lunga reminiscenza di vite realmente vissute tanto tempo fa, e, insieme, dal valore universale. Le tematiche sono infatti quelle della vita di coppia, della famiglia, dei legami che sbiadiscono, cambiano, si infrangono, come della malattia e della morte. Esperienze che si riflettono in intense vite interiori, invisibili agli altri, ma così forti da lasciare il segno su una persona per tutta una vita. Epifanie di tutti i giorni, comuni eppure preziosissime, segnate dall’ineluttabile relatività dell’esperienza soggettiva. Le rende ancora più intense la straordinaria originalità narrativa della Munro, che apparentemente conduce il lettore in una direzione per poi rivelarne tutt’altra, mentre la prospettiva della storia si allarga fino ad inquadrare le sfaccettature di una vita intera.
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