Monday, January 22, 2007

MARTIN MILLAR
Fate a New York
Lain, pp. 268, €12,50
Traduzione di Lucia Olivieri

Martin Millar è un eclettico personaggio di culto della scena underground inglese: appassionato di musica rock e del mondo greco, di Jane Austen e di Buffy l’ammazzavampiri, autore di narrativa e di fumetti quanto di un originale adattamento teatrale di Emma.
Nel romanzo che l’ha reso celebre, The Good Fairies of New York, il setting urbano che fa da sfondo a tante sue storie si trova a ospitare delle singolari creature, delle fate ribelli giunte dalla natia Scozia e intenzionate a dare vita a un gruppo che suoni il punk in chiave celtica. New York, vista dai loro occhi puri, è un luogo pieno di cose sorprendenti ma anche terribili: non si spiegano perché nessuno aiuti i barboni che continuano a morire per le strade o che cosa spinga la gente a odiarsi se di pelle di colore diverso. Fanno la conoscenza di una graziosa artista malata cronica e di un pessimo violinista dal caratteraccio, insieme a tanti altri stravaganti personaggi dei poveri sobborghi della Grande Mela. Le vite di tutti usciranno cambiate dalla girandola di avventure in cui le fate li trascineranno, fino a un finale da vera favola.
Il romanzo di Millar è ambientato in un mondo di emarginati in perenne lotta con la miseria e la follia ma che affrontano la realtà con vitalità, arricchendola con l’arte e la musica. Un’atmosfera bohémienne congeniale alle fate, le quali portano con sé una totale mancanza di inibizioni, tabù e pregiudizi e la determinazione di riparare ai torti di una società spietata.
E’ un libro intriso di una colorata e allegra anarchia che richiama gli anni Settanta; la favola si sposa a un realismo talvolta abbastanza crudo, ma nel complesso troppo naif e poco incisivo. Pesa soprattutto sul romanzo il sospetto che dietro alla bizzarria non ci sia una vera originalità. Leggero e veloce, perfetto per chi ama la meraviglie arbitrarie del fantasy ma stancante per altri.
Il sito personale dell’autore è www.martinmillar.com .

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