Monday, August 24, 2009

Mark Sarvas
Harry, rivisto
Traduzione di Franco Salvatorelli
Adelphi
pagine 310, € 19

La creatura di Mark Sarvas, critico letterario statunitense celebre per il blog The Elegant Variation, è un accattivante anti-eroe. Dalla sua prima comparsa in una tavola calda, alle prese con un sandwich disgustoso e con una giovane cameriera di cui si invaghisce all’istante, è chiaro che la prerogativa di Harry Rent è fare passi falsi. Incline all’introversione, alla fantasticheria e all’arrendevolezza, schiacciato dal senso di inadeguatezza che ha segnato il suo matrimonio con la privilegiata Anna, ha collezionato una serie di errori, menzogne e disastri, sabotando ciò che di buono aveva la propria vita. E quando si ritrova improvvisamente vedovo, ritenuto indirettamente responsabile della morte di Anna, dentro di lui, incapace di confrontarsi con la realtà, al posto del dolore c’è solo un gran vuoto. Ma le vie della salvezza sono molteplici, e reinventando se stesso in veste di eroe dumasiano (ispirato dal sandwich!), Harry riuscirà finalmente a stabilire un vero contatto umano, trovando anche se stesso.
Harry, Revised è un romanzo molto piacevole, una trascinante commedia cinematografica in versione cartacea, in cui l’elaborazione di un lutto è affrontata in maniera insolita. E’ difficile non parteggiare per Harry, coinvolto in situazioni umilianti e paradossali, nonostante i suoi umanissimi difetti, o proprio per questo motivo. Sarvas unisce al talento umoristico una notevole sensibilità, che infonde un senso non superficiale alle azioni del suo inadeguato anti-eroe. A guastare, purtroppo, l’impressione generale del romanzo sono i punti deboli: la meccanicità di certi processi psicologici (la sequenza di motivazioni che portano al tradimento da parte di Harry e poi alla morte di Anna è poco credibile) e la caratterizzazione bidimensionale dei genitori di lei, una coppia di ricchi da barzelletta, lei fredda, classista snob, lui buono e remissivo.

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