T. Coraghessan Boyle
Identità rubate
Einaudi, pp. 390, € 22
Traduzione di Marilia Strazzeri
Talk Talk è il titolo originale dell'ultimo romanzo di T. C. Boyle, la cui edizione italiana sposta l'attenzione dal tema della comunicazione a quello dell'identità. Ma le due tematiche sono intrecciate indissolubilmente nella storia di Alex Halter, giovane insegnante sorda che, finita erroneamente in galera, scopre che qualcuno, un uomo, le ha rubato nome e identità e perpetua da anni una truffa che gli permette di vivere una vita agiata a spese sue e di altre persone cui negli anni ha rubato l'identità. Insieme al fidanzato Bridger, Alex intraprende una ossessiva caccia all'uomo attraverso vari stati USA che Boyle racconta in parallelo alla vita turbolenta di Peck, alias il secondo Alex Halter, e della sua ignara fidanzata-trofeo Natalia.
Halter, ovvero l'altro, l'alter ego: Identità rubate è una singolare storia sul doppio che non appartiene al genere fantastico, ma anzi è calata in una realtà molto concreta e contemporanea, e al contempo un thriller atipico, in cui anche l'anti-climax finale non disturba. Alex e Peck sono due immagini che si guardano e si confrontano attraverso un immaginario specchio. La donna, abituata da sempre a porsi in relazione con un mondo difficile che, letteralmente, non parla la sua stessa lingua, ha un'identità forte, costruita e difesa con determinazione, che non dipende da luoghi, beni materiali o ruoli sociali. Tutto quello che, al contrario, serve a Peck per creare le proprie, fluttuanti identità: rubate, comprate, messe in scena dentro a case costose, tramite oggetti lussuosi, appariscenti, in una grande finzione destinata inesorabilmente a crollare quando l'uomo viene messo di fronte alla realtà delle proprie origini.
In mano a un narratore meno esperto, il romanzo sarebbe risultato raccogliticcio e didascalico, ma Boyle gestisce benissimo il suo delicato materiale. I personaggi creati dall'autore sono forti, difficile da dimenticare: il sanguigno Peck, il debole Bridger, e soprattutto la spigolosa e determinata Alex, il cui handicap viene affrontato in maniera non condiscendente.
Identità rubate
Einaudi, pp. 390, € 22
Traduzione di Marilia Strazzeri
Talk Talk è il titolo originale dell'ultimo romanzo di T. C. Boyle, la cui edizione italiana sposta l'attenzione dal tema della comunicazione a quello dell'identità. Ma le due tematiche sono intrecciate indissolubilmente nella storia di Alex Halter, giovane insegnante sorda che, finita erroneamente in galera, scopre che qualcuno, un uomo, le ha rubato nome e identità e perpetua da anni una truffa che gli permette di vivere una vita agiata a spese sue e di altre persone cui negli anni ha rubato l'identità. Insieme al fidanzato Bridger, Alex intraprende una ossessiva caccia all'uomo attraverso vari stati USA che Boyle racconta in parallelo alla vita turbolenta di Peck, alias il secondo Alex Halter, e della sua ignara fidanzata-trofeo Natalia.
Halter, ovvero l'altro, l'alter ego: Identità rubate è una singolare storia sul doppio che non appartiene al genere fantastico, ma anzi è calata in una realtà molto concreta e contemporanea, e al contempo un thriller atipico, in cui anche l'anti-climax finale non disturba. Alex e Peck sono due immagini che si guardano e si confrontano attraverso un immaginario specchio. La donna, abituata da sempre a porsi in relazione con un mondo difficile che, letteralmente, non parla la sua stessa lingua, ha un'identità forte, costruita e difesa con determinazione, che non dipende da luoghi, beni materiali o ruoli sociali. Tutto quello che, al contrario, serve a Peck per creare le proprie, fluttuanti identità: rubate, comprate, messe in scena dentro a case costose, tramite oggetti lussuosi, appariscenti, in una grande finzione destinata inesorabilmente a crollare quando l'uomo viene messo di fronte alla realtà delle proprie origini.
In mano a un narratore meno esperto, il romanzo sarebbe risultato raccogliticcio e didascalico, ma Boyle gestisce benissimo il suo delicato materiale. I personaggi creati dall'autore sono forti, difficile da dimenticare: il sanguigno Peck, il debole Bridger, e soprattutto la spigolosa e determinata Alex, il cui handicap viene affrontato in maniera non condiscendente.
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