Richard Mason
Le stanze illuminate
Einaudi, pp. 495, € 18,50
Traduzione di Giovanna Scocchera
Richard Mason, ex-enfant prodige della letteratura anglosassone, ritorna a quasi dieci anni dal fortunatissimo esordio con Anime alla deriva, portentoso mix di romance e thriller, e dopo un secondo romanzo meno appassionante, Noi, penalizzato dalla riscrittura a uso del mercato statunitense.
Con The Lighted Rooms lo scrittore di origine sudafricana torna in gran forma, dando sfogo a un'immaginazione curiosa e osservatrice che sa mettersi al servizio dell'oggetto della narrazione. Mason è evidentemente attratto dalle storie di ampio respiro, in cui il passato e il presente dialogano in una ideale circolarità e la finzione non prescinde né dalla realtà presente né dalla memoria storica. E' evidente nella vicenda dell'anziana Joan, l'atipica eroina del romanzo, che prima di concludere la propria vita in una lussuosa casa di riposo visita insieme alla figlia i luoghi della propria giovinezza in Sudafrica. Per una serie di coincidenze, verrà a conoscenza della storia tragica della propria famiglia negli anni della guerra anglo-boera, e nella sua mente minata dall'Alzheimer il passato inizierà a rivivere confondendosi con il presente, le vicende personali con quelle di altri oscuri personaggi. Mentre in Joan si alternano il sollievo dell'immaginazione e l'angoscia per orrori lontani e non, il suo rapporto con la figlia Eloise, carrierista con qualche conto ancora in sospeso con la vita, trova un nuovo e più sincero modo di essere.
Mason crede profondamente nel compito dello scrittore: documentatosi su autentici diari del tempo della guerra, si fa testimone di storie che altrimenti andrebbero perdute. Racconta i propri personaggi con compassione, acume e ironia, senza temere né il romanticismo né l'assurdo. Unico difetto nella sua scrittura è la tendenza a certe facili soluzioni narrative, le coincidenze un po' implausibili, la positività a tutto tondo di certi personaggi di contorno, che nonostante ciò non minano la compattezza di un romanzo quasi perfetto, impossibile da trascurare.
Le stanze illuminate
Einaudi, pp. 495, € 18,50
Traduzione di Giovanna Scocchera
Richard Mason, ex-enfant prodige della letteratura anglosassone, ritorna a quasi dieci anni dal fortunatissimo esordio con Anime alla deriva, portentoso mix di romance e thriller, e dopo un secondo romanzo meno appassionante, Noi, penalizzato dalla riscrittura a uso del mercato statunitense.
Con The Lighted Rooms lo scrittore di origine sudafricana torna in gran forma, dando sfogo a un'immaginazione curiosa e osservatrice che sa mettersi al servizio dell'oggetto della narrazione. Mason è evidentemente attratto dalle storie di ampio respiro, in cui il passato e il presente dialogano in una ideale circolarità e la finzione non prescinde né dalla realtà presente né dalla memoria storica. E' evidente nella vicenda dell'anziana Joan, l'atipica eroina del romanzo, che prima di concludere la propria vita in una lussuosa casa di riposo visita insieme alla figlia i luoghi della propria giovinezza in Sudafrica. Per una serie di coincidenze, verrà a conoscenza della storia tragica della propria famiglia negli anni della guerra anglo-boera, e nella sua mente minata dall'Alzheimer il passato inizierà a rivivere confondendosi con il presente, le vicende personali con quelle di altri oscuri personaggi. Mentre in Joan si alternano il sollievo dell'immaginazione e l'angoscia per orrori lontani e non, il suo rapporto con la figlia Eloise, carrierista con qualche conto ancora in sospeso con la vita, trova un nuovo e più sincero modo di essere.
Mason crede profondamente nel compito dello scrittore: documentatosi su autentici diari del tempo della guerra, si fa testimone di storie che altrimenti andrebbero perdute. Racconta i propri personaggi con compassione, acume e ironia, senza temere né il romanticismo né l'assurdo. Unico difetto nella sua scrittura è la tendenza a certe facili soluzioni narrative, le coincidenze un po' implausibili, la positività a tutto tondo di certi personaggi di contorno, che nonostante ciò non minano la compattezza di un romanzo quasi perfetto, impossibile da trascurare.
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