Ian McEwan
Chesil Beach
Einaudi, pp. 136, € 15,50
Traduzione di Susanna Basso
Edward e Florence, due giovani molto innamorati nell'estate inglese del 1962: appena prima dell'avvento dei Beatles, della rivoluzione sessuale, dell'inizio del mondo come lo conosciamo adesso. Lui, ragazzo pragmatico e di buon cuore, conosce i nomi delle piante e i personaggi storici, lei, di buona famiglia e promettente violinista, vive un'interiorità chiusa in sé che si esprime solo attraverso la musica. In una camera d'albergo sulla romantica spiaggia di ciottoli detta Chesil Beach stanno per consumare la prima notte di nozze, entrambi vergini e ciascuno con aspettative molto diverse. Per meglio dire, Florence non ha aspettative, solo un'ansia immensa e inesprimibile, il desiderio che passi tutto più in fretta possibile, e la paura di deludere il marito. Il quale invece non aspetta altro che dare sfogo alle pulsioni a lungo represse e di scoprire un nuovo mondo di piacere e libertà. I gesti sbagliati, le peggiori scelte di parole e un equivoco che si frappone tra di loro come un muro porteranno la coppia a una irreparabile frattura.
E' un romanzo breve e bellissimo Chesil Beach, un racconto di cristallina semplicità con cui McEwan, dopo il monumentale – per ambizioni, non numero di pagine – Sabato, si propone come voyeur senza morbosità, ritornando con il proverbiale senno di poi a un momento storico che coincide anche con il punto di svolta di due vite individuali. Tralasciando il dettaglio delle vicende dei due giovani (McEwan lascia sottilmente intendere cosa stia alla radice dei problemi sessuali di Florence), si tratta di una storia che parla ai lettori moderni, affrontando l'eterno e doloroso tema della comunicazione tra uomini e donne, del conflitto tra estroversione maschile e introversione femminile, e dei giochi di potere che si mettono in atto anche nella coppia più affiatata: "Ciò che aveva in mente Florence... era l'immancabile smania che lei si concedesse di più. [...] Perfino nei momenti più felici, aleggiava su di loro l'ombra di quel biasimo, il malcelato livore dell'insoddisfazione."
Un romanzo tristissimo, più commovente di una storia romantica in cui a opporsi all'amore dei protagonisti sia un fato malevolo e più grande di loro.
Chesil Beach
Einaudi, pp. 136, € 15,50
Traduzione di Susanna Basso
Edward e Florence, due giovani molto innamorati nell'estate inglese del 1962: appena prima dell'avvento dei Beatles, della rivoluzione sessuale, dell'inizio del mondo come lo conosciamo adesso. Lui, ragazzo pragmatico e di buon cuore, conosce i nomi delle piante e i personaggi storici, lei, di buona famiglia e promettente violinista, vive un'interiorità chiusa in sé che si esprime solo attraverso la musica. In una camera d'albergo sulla romantica spiaggia di ciottoli detta Chesil Beach stanno per consumare la prima notte di nozze, entrambi vergini e ciascuno con aspettative molto diverse. Per meglio dire, Florence non ha aspettative, solo un'ansia immensa e inesprimibile, il desiderio che passi tutto più in fretta possibile, e la paura di deludere il marito. Il quale invece non aspetta altro che dare sfogo alle pulsioni a lungo represse e di scoprire un nuovo mondo di piacere e libertà. I gesti sbagliati, le peggiori scelte di parole e un equivoco che si frappone tra di loro come un muro porteranno la coppia a una irreparabile frattura.
E' un romanzo breve e bellissimo Chesil Beach, un racconto di cristallina semplicità con cui McEwan, dopo il monumentale – per ambizioni, non numero di pagine – Sabato, si propone come voyeur senza morbosità, ritornando con il proverbiale senno di poi a un momento storico che coincide anche con il punto di svolta di due vite individuali. Tralasciando il dettaglio delle vicende dei due giovani (McEwan lascia sottilmente intendere cosa stia alla radice dei problemi sessuali di Florence), si tratta di una storia che parla ai lettori moderni, affrontando l'eterno e doloroso tema della comunicazione tra uomini e donne, del conflitto tra estroversione maschile e introversione femminile, e dei giochi di potere che si mettono in atto anche nella coppia più affiatata: "Ciò che aveva in mente Florence... era l'immancabile smania che lei si concedesse di più. [...] Perfino nei momenti più felici, aleggiava su di loro l'ombra di quel biasimo, il malcelato livore dell'insoddisfazione."
Un romanzo tristissimo, più commovente di una storia romantica in cui a opporsi all'amore dei protagonisti sia un fato malevolo e più grande di loro.
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